In occasione della Giornata internazionale delle donne, vi raccontiamo il prezioso lavoro delle nostre operatrici per le donne e le mamme vulnerabili del quartiere

 

 

Nella periferia di Roma, più precisamente nel quartiere di Torrespaccata, c’è un luogo dove le donne lavorano e collaborano con e per altre donne. È il Safe Space di INTERSOS24, uno spazio che nasce nel 2018 per dare accoglienza e rifugio a minori e donne in transito ma che nel tempo si è trasformato in un posto sicuro anche per donne esposte o sopravvissute a violenza di genere o sessuale o a sfruttamento sessuale lavorativo. Il Safe Space di INTERSOS24 è uno spazio in cui sentirsi a proprio agio, in cui socializzare e confrontarsi con altre donne, formarsi e seguire i corsi più diversi. Negli ultimi anni il centro è diventato un punto di riferimento per le famiglie del quartiere, in particolare per le donne e le mamme che vivono in condizioni di marginalità sociale.

 

 

L’arrivo della pandemia, le fasi del lockdown e le difficoltà di accesso all’assistenza medica e psicosociale per molte persone in questo quadrante della città, hanno fatto emergere la necessità di colmare un vuoto.Molte donne ci hanno chiesto aiuto proprio durante i mesi del lockdown, quando tutte e tutti vivevamo chiusi in casa e questo, per molte di loro, significava essere ancora più esposte a violenza domestica”, racconta Valentina Murino, responsabile dei progetti di protezione per INTERSOS in Italia.

 

All’interno del Safe Space di Torrespaccata arrivano donne di ogni nazionalità e da ogni parte della città di Roma, cercano supporto psicologico e psicoterapeutico o, più in generale, la possibilità di ritrovare una propria identità spesso incrinata dalle violenze, dagli abusi psicologici e fisici subiti in contesti familiari o lavorativi. “Qui cerchiamo di ricucire delle ferite profonde causate dalla violenza, ricostruendo il senso di fiducia tra donne per le donne”, dice Flavia Calò, psicoterapeuta dello spazio PSY interno al Safe Space.

 

Da marzo 2020 ad oggi sono circa 250 le donne che hanno preso parte alle varie attività del Safe Space. “Abbiamo una serie di attività e laboratori professionali come la sartoria, l’estetica, il corso di cucina e anche uno spazio per le bimbe e bimbi di queste donne, in modo da lasciare loro il tempo di dedicarsi a queste attività”. Murino racconta il lungo lavoro che è stato fatto per aiutare molte donne a riprendere in mano la propria vita, quasi completamente gestita dai mariti o dai compagni per quanto riguarda documenti, pratiche amministrative, gestione dei contatti. Sono stati attivati quindi percorsi di supporto per la tecnologizzazione delle pratiche amministrative e burocratiche come l’apertura dello SPID o l’iscrizione dei figli a scuola per diverse delle utenti del centro.

 

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