Oscar e Samira sono i nomi di due testimonial speciali, che hanno “prestato” il loro volto e la loro storia per raccontare il fenomeno dei minori associati ai gruppi armati

Oscar e Samira sono due ex bambini soldato. Due ragazzi che hanno consegnato la loro storia ai nostri operatori nel mezzo di un difficile percorso di recupero e reintegrazione. La loro testimonianza ci dice che voltare pagina è possibile, che i progetti che stiamo portando avanti possono produrre un cambiamento reale, a partire da ogni singolo essere umano.

Oscar e Samira sono nati e vivono nella Repubblica Centrafricana, il paese con il più basso indice di sviluppo umano al mondo, afflitto dal 2012 da un conflitto interno che ha ulteriormente impoverito le già fragili infrastrutture e la capacità di resilienza delle comunità locali, con 2,6 milioni di persone bisognose di aiuti umanitari e un ulteriore aumento della violenza contro i civili nel corso del 2019 (Dati OCHA).

Per Oscar e Samira diventare bambini soldato è stata una necessità. Oscar, nome di battaglia “Tao”, colui che semina l’incendio. A vederlo sembra ancora più piccolo della sua età, ma ha già combattuto. Si è arruolato a 11 anni, con la promessa di vendicare la morte dei genitori e di non essere lasciato solo. Ha trascorso 5 anni nella foresta. Vedendo i suoi amici morire ad uno ad uno, ha trovato il coraggio di fuggire.

Samira, nome di battaglia “Amazone”, è tornata libera dopo 4 anni trascorsi nella foresta: quando ha perso la sua famiglia si è unita a un gruppo armato in cerca di protezione ed è stata data “in sposa” al comandante. Porta con sé un bambino di 4 anni, nato in seguito a uno stupro. Oscar e Samira hanno militato per anni su fronti opposti, arruolati nei due principali gruppi armati che si stanno combattendo nella Repubblica Centrafricana, i cosiddetti “Seleka” e “anti -Balaka”. Ora trascorrono le giornate l’uno accanto all’altra, tornando alla normalità, imparando lo stesso mestiere. Senza più il rumore delle armi, ma con nelle orecchie solo il ticchettio della macchina da cucire.

La Repubblica Centrafricana rimane uno dei paesi al mondo con il più alto numero di minori rapiti per essere reclutati nei gruppi armati. Nessuno potrà mai cancellare il trauma che hanno subito. Ma se in tanti ancora, ogni anno, scompaiono nel buco nero della violenza, sono migliaia gli ex bambini soldato che, grazie ai programmi di reintegrazione, riescono ogni anno ad uscirne. Nella Repubblica Centrafricana solo INTERSOS ne sta seguendo 200. Come Oscar e Samira, inseguono un sogno di normalità. È per loro che ci battiamo ogni giorno.