In RCA l’alto tasso di povertà e la disinformazione stanno causando un forte incremento della violenza di genere. Con il sostegno dell’Unione Europea, in alcune delle aree più colpite dalla crisi umanitaria, svolgiamo attività multisettoriali legate alla salute sessuale e riproduttiva e alla violenza di genere e garantiamo accesso a spazi protetti in cui le donne e le ragazze ricevono supporto psicosociale.

(foto di archivio)

 

 

 

Le ricorrenti crisi politico-militari che persistono nella Repubblica Centrafricana da oltre un decennio hanno esacerbato la violenza di genere sia nella capitale, Bangui, che nel resto del Paese, e reso quasi impossibile l’accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva in alcune regioni a causa dell’assenza di strutture sanitarie adeguate e di risorse finanziarie. Nonostante l’esistenza di politiche e leggi in materia, la violenza di genere rimane un flagello che devasta silenziosamente le donne e le ragazze della Repubblica Centrafricana.

 

Aumento dei casi di violenza di genere

Violenza domestica, stupro, tratta, matrimonio precoce e forzato, molestie sessuali, sfruttamento e abuso sessuale sono alcune delle tipologie di violenza di genere molto comuni nelle emergenze umanitarie. A causa dell’interruzione di reti familiari e sociali di sostegno, nei contesti umanitari le minacce di violenza di genere aumentano, con circa il 70% delle donne che la subiscono.
In questi ultimi anni in Repubblica Centrafricana il fenomeno è in forte crescita a causa di norme socioculturali che la favoriscono e della quasi inesistenza dell’autorità statale in alcune città del Paese.
Secondo i dati del sistema di gestione delle informazioni sulla violenza di genere (GBVIMS), nei primi quattro mesi del 2023 sono stati registrati 5.928 casi, 23.644 i casi in tutto il 2022, con un aumento del 104% rispetto al numero di casi registrati nel 2021.
Tra i motivi principali di questo forte incremento, ci sono la mancanza di informazione e di consapevolezza del problema e la povertà che colpisce quasi il 70% della popolazione (secondo uno studio della Banca Mondiale, nel 2023 quasi sette persone su dieci nella Repubblica Centrafricana risultano al di sotto della soglia di povertà estrema di 2,15 dollari al giorno).
L’adozione di meccanismi di sopravvivenza dannosi (matrimonio precoce delle ragazze, sesso per sopravvivenza) e l’insicurezza alimentare che colpisce il Paese sono tutti fattori che favoriscono il forte aumento della violenza di genere nel Paese.

 

Il nostro lavoro

Grazie al sostegno dell’Unione Europea, INTERSOS nel 2023 ha avviato interventi integrati multisettoriali sulla salute sessuale e riproduttiva (SRH) e sulla violenza di genere (GBV) e ha creato ambienti protetti per le donne e le ragazze in cinque località tra le più colpite dal conflitto: Bimbo, Begoua, Bocaranga e Boganangone.
In questi spazi le donne e le ragazze hanno la possibilità di discutere liberamente dei loro problemi e delle loro preoccupazioni senza timore di rappresaglie, possono partecipare ad attività psicosociali e di apprendimento, nonché a consulenze di gruppo e a sessioni di alfabetizzazione funzionale. Il sostegno psicosociale alle sopravvissute a violenza di genere, sfruttamento e abuso sessuale, viene fornito anche in centri di ascolto fissi o attraverso i team mobili che si occupano, tra le diverse attività, anche di indirizzare le donne sopravvissute a violenza a servizi sanitari specializzati.
Durante l’anno passato abbiamo, inoltre, organizzato campagne di sensibilizzazione che hanno contribuito in modo significativo alla prevenzione del fenomeno.