In occasione della Giornata internazionale contro l’uso dei minori nei conflitti armati, vi raccontiamo di Moussa, seguito dal nostro staff esperto di protezione dell’infanzia

 

 

Moussa (nome di fantasia) è un cosiddetto ex bambino soldato. Ha 17 anni e, quando era piccolo, i suoi genitori non avevano abbastanza soldi per mandarlo a scuola. Oggi vive nella prefettura di Nana Grébizi, nella Repubblica Centrafricana, e per molto tempo ha portato dentro di sé i segni e i ricordi di un passato che lo ha visto arruolato in un gruppo armato da suo zio, contro la sua volontà. Dopo un lungo viaggio attraverso il deserto, è entrato a far parte del nostro progetto di protezione dell’infanzia e qualcosa è cambiato.

 

La sua storia inizia nel 2019, quando a soli 13 anni suo zio lo ospita per alcuni mesi e lo costringe a esercitarsi a sparare con un fucile da caccia, con l’intento di prepararlo a entrare in un ramo di un gruppo armato di cui è a capo. Dopo alcuni mesi passati con suo zio, Moussa è pronto per essere arruolato e viene inserito nel gruppo armato, che lo installa in un crocevia commerciale allestito come punto di controllo. Per garantire un’entrata economica giornaliera al gruppo armato, Moussa è costretto, sotto il controllo costante dello zio, a estorcere merce ai commercianti di strada e a minacciare i passanti. Lontano dai suoi genitori, con un fucile in mano, Moussa si ritrova a saccheggiare i villaggi vicini e a commettere ogni tipo di atrocità sotto minaccia, circondato dalla violenza.

 

Nel 2020 suo zio muore in una rissa. Ricevuta la notizia, il padre di Moussa raggiunge la località dove si tiene il funerale e ritrova suo figlio, completamente trasformato e con un’arma in mano. Ora che lo ha ritrovato, suo padre non vuole perderlo, e fa di tutto per riportarlo a casa. Dopo diversi giorni di scambi e trattative, Moussa e suo padre riescono a nascondersi, a fuggire e tornare al proprio villaggio. Moussa torna finalmente al calore di casa sua, con i suoi genitori, ma la sua famiglia vive in condizioni di povertà estrema ed è costretto a lavorare per mesi per mantenerla.

 

Moussa entra a far parte dei nostri programmi di protezione dell’infanzia

 

Nel 2022, viene identificato dal nostro staff come minore vulnerabile che è stato arruolato in un gruppo armato e viene inserito nel progetto di protezione dell’infanzia che INTERSOS porta avanti dal 2019, grazie al sostegno di UNICEF, nelle prefetture di Nana Grébizi e Kemo nella Repubblica Centrafricana. “La vita non ha senso vissuta così. Non ho avuto la possibilità di andare a scuola e non avrò nemmeno la possibilità di imparare un mestiere” ci ha raccontato Moussa ricordando quel periodo. Una volta integrato nel progetto, ha subito ricevuto sostegno psicosociale e cure mediche specialistiche gratuite per recuperare la piena forma fisica. Dopo una prima fase di riabilitazione psicofisica, e per facilitare il suo inserimento socioeconomico, ha potuto scegliere un corso di formazione per imparare un mestiere. Ha scelto il cucito, e oggi è al quinto mese di formazione al termine della quale otterrà un certificato come maestro artigiano del cucito.

 

In occasione della Giornata internazionale contro l’uso dei minori nei conflitti armati, Moussa ha voluto confidarci il suo stato d’animo, la sua gioia per la sua nuova vita: “Sono molto felice. Grazie a questo progetto potrò finalmente avere un lavoro che mi permetterà di prendermi cura dei miei genitori e costruire una famiglia tutta mia! Sono cambiate tante cose da quando ho iniziato questo percorso, sto cominciando a lasciarmi alle spalle il mio passato e so che un giorno potrò avere un laboratorio di cucito tutto mio ed essere utile alla mia comunità!”. E noi siamo certi che un giorno diventerà un grande stilista della prefettura di Nana Grébizi.

 

Dal 2019, INTERSOS si occupa di protezione dell’infanzia e reinserimento psicosociale dei bambini colpiti dai conflitti armati nella prefettura di Kémo e Nana Grébizi, nella Repubblica Centrafricana, dove vengono registrate ricorrenti violazioni dei diritti umani, soprattutto dei bambini. La crisi nel Paese è stata da sempre caratterizzata dall’attività di molti gruppi armati, cosa che ha portato un gran numero di minori indifesi a finire sotto la loro autorità in tutto il territorio nazionale. Ogni bambino ha il diritto di vivere libero da violenze, sfruttamento e abusi. Noi ci impegniamo ogni giorno per garantire attività di protezione che rispondano ai bisogni dei minori che assistiamo.

 

[gravityform id=”13″ title=”true” description=”true”]