Aderiamo alla campagna “Stop the Inhumanity at Europe’s Borders!” per chiedere ai governi europei di porre fine alle violazioni dei diritti umani dei migranti alle frontiere

 

Recinzioni di filo spinato e blocchi navali. Respingimenti a terra e in mare. Punizioni fisiche inflitte da guardie di frontiera, milizie e gruppi di vigilanti. Detenzioni arbitrarie e reclusione in squallidi campi. Criminalizzazione degli operatori umanitari. Accordi di deportazione con stati che violano i diritti umani.

Questi sono solo alcuni dei metodi indegni, inumani, illegali, che gli stati europei impiegano per ostacolare e scoraggiare l’arrivo di rifugiati, richiedenti asilo e migranti da altre parti del mondo.

In risposta a questa situazione inaccettabile, abbiamo unito le forze con più di 75 ONG e organizzazioni della società civile, per lanciare la campagna “Stop the Inhumanity at Europe’s Borders!”.

I migranti ai confini chiedono di avere un futuro di pace e di ricostruire una vita. A causa della paura di perdere i nostri privilegi, stiamo perdendo quello su cui la nostra società si è basata ed è cresciuta: il rispetto e la tutela dei diritti umani“. Dice Cesare Fermi, Direttore della Regione Europa di INTERSOS.

Negli ultimi anni, abbiamo visto l’impatto delle recinzioni, dei respingimenti e del contenimento sulle condizioni di vita e sulla salute fisica e mentale dei bambini, delle donne e degli uomini in cerca di protezione ai confini europei. È triste trattare condizioni mediche che si sono create o esacerbate a causa delle politiche disumane attuate. I governi devono anteporre la vita delle persone alla politica e ai confini. La “crisi migratoria” non riguarda loro ma noi.” Commenta Apostolos Veizis, Direttore Esecutivo di INTERSOS HELLAS.

 

I 7 punti della campagna

La campagna individua 7 azioni attraverso cui gli Stati europei e l’Unione europea potrebbero garantire che le persone che raggiungono il continente siano trattate in modo equo, giusto e umano.

  1. Basta respingimenti. Gli stati europei devono immediatamente desistere dai respingimenti e dalle espulsioni, via terra e in mare, e fermare la pratica della detenzione a scopo punitivo.
  2. Basta all’uso della morte come strumento di deterrenza. Tutte le attività volte ad ostacolare il salvataggio in mare devono cessare. Gli stati mediterranei devono facilitare iniziative che prevengano la perdita di vite umane nel mare.
  3. Trattamenti dignitosi alle frontiere. Gli accordi sul controllo delle frontiere con paesi terzi che comportano la violazione dei diritti umani dei migranti devono essere rescissi.
  4. Giustizia riparatrice. Quando i rifugiati e gli altri migranti perdono la vita, vengono criminalizzati, feriti o subiscono altre forme di danno grave per mano degli stati europei, tali episodi devono essere investigati da un’autorità giudiziaria indipendente. I ministri e i funzionari governativi responsabili di tali abusi devono rispondere della propria condotta e le vittime devono ottenere un risarcimento per i danni subiti.
  5. Percorsi di accesso sicuri. Cooperando con le organizzazioni internazionali competenti, gli stati europei dovrebbero esplorare canali di accesso sicuri e regolari per chi cerca di raggiungere l’Europa, compresi i programmi di reinsediamento sponsorizzati dallo Stato e dalle comunità, il ricongiungimento familiare e le iniziative di mobilità lavorativa.
  6. No all’esternalizzazione degli obblighi in materia di asilo a Stati non europei. È inaccettabile che rifugiati e richiedenti asilo siano trattati come merci e deportati in Paesi dove la tutela dei diritti umani e le procedure per la determinazione dello status di rifugiato sono inadeguate e dove le opportunità di sostentamento sono scarse.
  7. Riforma di Frontex. L’agenzia per le frontiere dell’UE, Frontex, deve essere ritenuta pienamente responsabile e garantire piena trasparenza sulle sue attività e sui suoi metodi di rendicontazione. L’agenzia deve operare in modo da consentire agli stati membri di rispettare i propri obblighi di diritto internazionale, compreso il diritto di chiedere asilo.

Queste richieste saranno comunicate ai leader di tutti gli Stati europei, agli alti funzionari dell’UE e alle organizzazioni internazionali competenti. Qui i dettagli completi della campagna.