Dopo mesi di discussioni sulla riapertura delle scuole, le autorità fanno marcia indietro. INTERSOS: “Non si voltino le spalle alle ragazze afghane in questo momento cruciale”

 

 

 

Ieri, in Afghanistan, avrebbero dovuto riaprire le scuole superiori femminili, ma la decisione è stata nuovamente rinviata. “È profondamente deludente che oggi, dopo mesi di discussioni e annunci, alle ragazze che speravano di tornare a scuola questo sia stato impedito. L’istruzione è solo uno dei tanti bisogni delle ragazze e delle donne in tutto il Paese ed è fondamentale che né le autorità di governo né la comunità internazionale voltino loro le spalle in questo momento cruciale. C’è troppo in gioco”, ha dichiarato Nasr Muflahi – Direttore Paese per INTERSOS in Afghanistan.

 

Più di 24 milioni di persone oggi in Afghanistan hanno bisogno di assistenza umanitaria: mentre l’economia si deteriora, la fame cresce e l’accesso all’assistenza sanitaria è sempre più difficile. E sono le donne e le ragazze a pagarne il prezzo più alto. Secondo diversi rapporti, negli ospedali pubblici, dall’inizio dell’anno sono morti più di 13.700 neonati. Come se non bastasse, i tassi di mortalità materna in Afghanistan rimangono tra i più alti al mondo ed è proprio la mancanza di accesso all’assistenza sanitaria di base per donne e ragazze una delle cause principali.

 

Anche se in Afghanistan accedere all’assistenza sanitaria è cosa difficilissima da anni, il rapido deterioramento della situazione negli ultimi sette mesi è un chiaro e tangibile segnale dell’impatto delle sanzioni” continua Nasr Muflahi. “Con molti ospedali e cliniche che da agosto hanno chiuso i battenti per mancanza di fondi, temiamo che i tassi di mortalità materna abbiano iniziato ad aumentare. Non si può permettere che questa situazione continui. È imperativo che le autorità di governo mantengano la promessa che hanno fatto lo scorso anno sull’istruzione per le ragazze, e che non cessi il sostegno internazionale per l’Afghanistan. La vita delle persone dipende da questo” conclude Nasr Muflahi.

 

Quello che attualmente si sa sulla condizione delle donne e delle ragazze in Afghanistan è solo una piccola istantanea della vera portata dei problemi che esse stanno affrontando. In molte aree del Paese non c’è alcun accesso all’assistenza sanitaria e, di conseguenza, le donne non possono ottenere alcun sostegno. Molte soffrono in silenzio – sia fisicamente, sia emotivamente. Per rispondere a questo vuoto, nelle prossime settimane INTERSOS aprirà 12 nuove cliniche sanitarie che forniranno consultazioni sanitarie, cure pre e post-natali, vaccinazioni e screening per la malnutrizione in aree che erano precedentemente inaccessibili a causa del conflitto. Questo aiuterà a costruire un quadro più chiaro della vera portata della crisi che si sta verificando, che richiede uno sforzo congiunto da parte di tutti gli attori presenti in Afghanistan.

 

INTERSOS lavora in Afghanistan da oltre 20 anni e attualmente garantisce assistenza sanitaria e servizi di protezione nelle province di Kandahar, Kabul e Zabul.

 

[gravityform id=”13″ title=”true” description=”true”]