Il segmento ministeriale dell’ottava Conferenza di Bruxelles sul futuro della Siria deve aprire la strada a una soluzione politica, alla de-escalation della violenza, a un migliore accesso umanitario e a finanziamenti adeguati e flessibili per sostenere i siriani colpiti dal conflitto in tutta la Siria e nei Paesi che ospitano i rifugiati, dicono oltre 100 ONG nazionali e internazionali.

 

Il costo dell’inazione è troppo alto, mentre il numero di persone che necessitano di assistenza umanitaria ha raggiunto un numero senza precedenti di 16,7 milioni.

Ad oggi, quest’anno è stato ricevuto solo il 6,3% dei finanziamenti umanitari richiesti per la Siria e le ONG avvertono che il sottofinanziamento e i programmi a breve termine rischiano di compromettere la risposta salvavita e la programmazione sostenibile a lungo termine, necessaria per affrontare l’aggravarsi della crisi.

Le misure temporanee non sono più in grado di far fronte alle dimensioni e alla complessità della crisi, mentre i siriani continuano a subirne le conseguenze.

Le ONG sono profondamente allarmate dall’escalation della crisi siriana, caratterizzata da un’impennata degli attacchi aerei e da un numero impressionante di incidenti legati al conflitto, che ha raggiunto livelli mai visti dal 2020.

La gravità della situazione richiede un’attenzione urgente e sforzi concertati da parte della comunità internazionale per far fronte ai crescenti bisogni critici tra la popolazione siriana. L’aumento delle ostilità aggrava ulteriormente il problema degli ordigni esplosivi in Siria, con oltre il 60% dei siriani a grave rischio di lesioni, disabilità o morte.
Le famiglie si trovano a dover scegliere tra scuola, cibo e medicine. La situazione si sta deteriorando, con la perdita dei mezzi di sussistenza, servizi di base che funzionano a malapena e epidemie ricorrenti. Le strutture sanitarie, sottofinanziate, rischiano di chiudere, privando le persone di cure cruciali.

I tagli alle attività del Programma Alimentare Mondiale hanno gravi ripercussioni sulla salute e sulla protezione di donne e bambini, poiché le donne spesso rinunciano ai pasti per dare la priorità alle esigenze del resto della famiglia, complicando le dinamiche familiari e aumentando i rischi di violenza domestica.

Nei Paesi limitrofi, nove rifugiati siriani su 10 faticano a soddisfare i bisogni di base. Sebbene i Paesi ospitanti siano stati generosi, la crescente retorica anti-rifugiati, la limitazione dell’accesso al lavoro e ai servizi e le sfide socioeconomiche regionali hanno un impatto negativo sui rifugiati.

Con rischi di protezione in aumento, rimane cruciale il continuo sostegno umanitario e allo sviluppo sia alle comunità ospitanti che ai rifugiati.

L’impatto devastante della carenza di fondi è profondamente preoccupante. Gli operatori umanitari sono ora costretti ad alzare il livello dei criteri di vulnerabilità per fornire assistenza salvavita.

Tutto ciò mina la resilienza della popolazione e la possibilità di programmare una ripresa – soluzioni che hanno un’importanza critica per affrontare la natura prolungata della crisi siriana. Sebbene gli aiuti di emergenza rimangano assolutamente vitali, è necessaria una transizione ponderata verso approcci sostenibili e a lungo termine.

 

NOTE:

 

  • La Siria è tra i primi dieci paesi al mondo con il maggior numero di persone che soffrono la fame.
  • Il Programma alimentare mondiale (PAM) stima che oltre la metà della popolazione, 12,9 milioni di siriani, stia lottando con scorte alimentari inadeguate, mentre altri 2,6 milioni sono sull’orlo dell’insicurezza alimentare.
  • I tassi di malnutrizione acuta e cronica nei bambini sono allarmanti, così come i tassi di anemia tra le donne incinte e le adolescenti. Quasi 5,9 milioni di persone, il 64% delle quali sono bambini, hanno urgente bisogno di sostegno nutrizionale.
  • La Conferenza di Bruxelles VIII si è svolta nei mesi di aprile e maggio 2024 ed è stata ospitata e organizzata dall’Unione Europea. L’evento annuale di impegno, la Giornata ministeriale, è previsto per il 27 maggio 2024.