Sono trascorsi 13 anni dall’inizio del conflitto in Siria e i bisogni umanitari nel paese continuano a crescere inesorabilmente. Si stima che, nel 2024, 16,7 milioni di persone avranno bisogno di assistenza o protezione umanitaria. È il numero più alto dall’inizio della crisi, nel 2011.

 

Le ostilità militari in Siria sono proseguite anche nel 2023 in diverse aree del Paese, continuando a causare sfollamenti, distruzione di infrastrutture civili e sofferenze tra la popolazione. A causa delle operazioni militari, inoltre, soprattutto in prossimità delle aree di combattimento attivo, l’accesso umanitario è in gran parte compromesso.

Secondo quanto riportato da OCHA, nell’ottobre 2023, la Siria settentrionale e il governatorato di Deir-ez-Zor hanno assistito alla più significativa escalation di violenza dal 2019, con il conseguente sfollamento temporaneo di oltre 153.000 persone nel nord-ovest della Siria. Dal 1° gennaio al 31 ottobre 2023, 454 civili, tra cui 88 donne e 115 bambini, sono stati uccisi a causa del conflitto.

I bisogni di protezione in Siria toccano livelli di crisi. I bambini continuano a essere uccisi e le donne e le ragazze vivono in condizioni di estrema insicurezza. La presenza diffusa e non affrontata di ordigni inesplosi ha inoltre un impatto sui mezzi di sostentamento e sulla capacità delle persone di spostarsi all’interno del paese. 

I terremoti del febbraio 2023 nel nord della Siria e della Turchia hanno ulteriormente aggravato una situazione già catastrofica, aumentando la pressione sui servizi, causando sfollamenti e infliggendo danni diffusi. Secondo OCHA, il terremoto in Siria ha ucciso almeno 8.476 persone, oltre 14.500 sono rimaste ferite e 5,37 milioni sono rimaste senza casa.

Quella siriana è una delle più grandi crisi di sfollamento a livello globale, con oltre 12 milioni di siriani forzatamente sfollati. Di questi, oltre 6,7 milioni di siriani sono sfollati all’interno del Paese, di cui 2,8 milioni nella sola regione nord-occidentale, in condizioni di vita disastrose e con accesso limitato a beni essenziali come acqua pulita, cibo, medicine, assistenza sanitaria e mezzi di sostentamento. In quest’area del paese 3,7 milioni di persone soffrono di insicurezza alimentare.

Oltre 5 milioni di siriani sono invece ospitati nei Paesi limitrofi, principalmente in Turchia, Libano, Giordania, Iraq ed Egitto. Nei paesi colpiti dalla crisi siriana, la combinazione di sfollamento prolungato e di condizioni socio-economiche sfavorevoli sta avendo un pesante impatto sulle condizioni di vita sia della popolazione rifugiata che delle comunità ospitanti. La stessa combinazione di fattori sta suscitando tra le comunità ospitanti sentimenti negativi nei confronti dei rifugiati e incentivando pressioni per il ritorno in Siria. Allo stesso tempo, il sostegno internazionale ai Paesi che ospitano i rifugiati siriani sta diminuendo.

INTERSOS opera in Siria da settembre 2019. Nello specifico i nostri team sono attivi nei governatorati rurali di Damasco, Hama, Idleb, Tartous e Aleppo, con attività di protezione, accesso alle cure primarie e istruzione, condotte in parte in collaborazione con gli operatori della Mezzaluna Rossa Araba Siriana, il Ministero dell’Istruzione e il Ministero degli Affari Sociali e del Lavoro.

Nello specifico offriamo sostegno psicosociale, presa in carico delle persone più vulnerabili e supporto legale. Portiamo avanti inoltre sessioni di sensibilizzazione per la comunità locale sulle tematiche di protezione, anche informando la popolazione sui rischi connessi alle mine inesplose, purtroppo molto diffuse nel paese. Nel 2023 le nostre attività di protezione hanno raggiunto circa 150mila persone.

A Hama e Idleb offriamo assistenza sanitaria grazie alle nostre cliniche e squadre mediche mobili, mentre ad Hama, Idleb e Damasco svolgiamo attività volte a migliorare l’accesso ai servizi medici e di salute riproduttiva per le comunità vulnerabili. Per sostenere il sistema sanitario nazionale in forte crisi, inoltre, distribuiamo medicinali e attrezzature mediche, garantiamo formazione al personale sanitario e svolgiamo sessioni di sensibilizzazione sulla promozione della salute. 

Per favorire l’accesso all’istruzione dei bambini e delle bambine che sono stati costretti a lasciare la scuola a causa dello sfollamento o della chiusura delle scuole, i nostri team hanno riabilitato scuole, fornendo anche arredi, materiale scolastico e kit scolastici per i bambini. Quest’anno abbiamo svolto interventi di riabilitazione in 17 scuole e distribuito oltre 6.000 kit scolastici.

Facciamo infine distribuzioni per le persone che non hanno accesso ai beni di prima necessità. Distribuiamo kit igienici e dignity kit per donne e ragazze, che contengono principalmente prodotti per l’igiene mestruale, oltre che winter kit per affrontare le rigide temperature invernali. Questo inverno abbiamo distribuito più di 1.800 winter kit a un totale di oltre 11.000 persone.