Definito come la più grave emergenza umanitaria in corso, il conflitto yemenita è la somma di numeri inimmaginabili: 24,3 milioni di persone oggi hanno bisogno di aiuto, almeno 4 milioni sono sfollati e 2,3 milioni di bambini rischia di perdere la vita per fame.

 

 

A marzo 2015 ebbe inizio la guerra nello Yemen, un conflitto interno tra il governo centrale riconosciuto dalla comunità internazionale e Ansar Allah (il gruppo Houthi). Le influenze esterne rendono il quadro globale estremamente più ostico, paesi come l’Arabia Saudita e l’Iran prendono parte alla guerra su fronti opposti. Negli anni, a fronte degli altissimi costi umani, lo Yemen si è aggiudicato il titolo della più grande emergenza umanitaria al mondo.

 

Il prossimo 26 marzo conteremo sei anni esatti dall’inizio del conflitto, a distanza di tutto questo tempo, per molti questa sembra essere una “guerra dimenticata”, raccontata poco o niente dai media nonostante il coinvolgimento diretto o indiretto di alcuni paesi occidentali e la colpevole assenza di presa di posizione di altri sul perpetuarsi dello scontro. Una guerra che malgrado gli sforzi internazionali non sembra placarsi: i fronti attivi di battaglia sono cresciuti da 33 a 49 nel corso del 2020, causando 172.000 sfollati.  

 

 

I numeri della guerra nello Yemen

 

Il segretario generale dell’Onu António Guterres più volte ha definito la situazione umanitaria yemenita come “la peggiore carestia che il mondo abbia visto da decenni. La fame è pressoché onnipresente in tutto il Paese; oltre 16 milioni di persone si troveranno in una condizione di scarsità alimentare nel corso di quest’anno e i numeri sono ancora in crescita. La malnutrizione acuta severa (MAS) è costantemente aumentata nel corso del 2021 e ha raggiunto livelli record: circa 2,3 milioni di bambini sotto i cinque anni si trovano in uno stato di malnutrizione acuta, di cui 400.000 rischiano di perdere la vita per insufficiente nutrizione e carenza di cure urgenti. Sono poi 1.2 milioni le donne incinte e in allattamento in condizione di malnutrizione acuta e, quindi, impossibilitate ad offrire nutrimento adeguato per sé e per i propri figli.

 

I prezzi del paniere hanno subito costanti rialzi nel corso degli anni, causati da una carenza di beni primari e conseguente impossibilità per la popolazione più povera di accedervi. I dati economici più recenti, monitorati dal Fondo Monetario Internazionale, evidenziano l’imponenza della crisi economica del Paese; al 2020 il Prodotto Interno Lordo è a quota a -5. 

 

Un sistema sanitario distrutto dalla guerra

 

Il crollo del sistema paese è causa di effetti devastanti, che prendono forma anche in ambito sanitario con metà delle strutture mediche inefficaci o totalmente distrutte a causa del conflitto in corso. In un territorio spesso focolaio di malattie come colera, febbre dengue, difterite e ora il COVID-19, le strutture mediche sono quasi del tutto inagibili. Si stima che 20.1 milioni di persone abbiano necessità di assistenza sanitaria, oltre la metà’ dei quali urgente. 

 

Dalla fine del 2020 gli Houthi controllano la maggior parte dei governatorati situati a nord e centro del Paese, il Consiglio di transizione meridionale (STC) controlla invece parte dello Yemen del sud (principalmente la città di Aden e Socotra) e il governo centrale (GoY) detiene la gestione del resto dei governatorati meridionali e orientali. L’incessante conflitto è la causa della povertà e miseria cronica in cui vive il paese da anni, a questo si aggiungono le inevitabili conseguenze di una totale assenza di controllo statale, servizi infrastrutturali inefficaci o inesistenti, carenza di beni primari come acqua, cibo e medicinali.

 

L’emergenza umanitaria e l’intervento di INTERSOS

 

Si stima che per il 2021 saranno 20,7 milioni le persone (66% della popolazione) ad avere bisogno di assistenza umanitaria, 12,1 milioni dei quali urgente. Gli sfollati civili hanno superato i 4 milioni, molti dei quali hanno dovuto spostarsi più volte a causa dei movimenti del fronte. I più alti livelli di vulnerabilità sono concentrati proprio negli insediamenti informali di sfollati, dove i servizi sono quasi inesistenti. Gli spostamenti massicci di sfollati hanno inoltre messo a dura prova le già precedentemente limitate risorse e fragili infrastrutture nelle comunità ospitanti, che sono a loro volta vittime conflitto e richiedono anch’esse urgenti aiuti umanitari. 

 

INTERSOS è presente in Yemen dal 2008 ed è una delle organizzazioni internazionali che non ha abbandonato il paese dopo l’inizio del conflitto del 2015, espandendo costantemente le attività per rispondere ai crescenti bisogni umanitari. L’intervento dello staff sul campo integra l’assistenza medica e nutrizionale, sia attraverso cliniche mobili che il supporto alle strutture sanitarie e con servizi di protezione per i casi più marginalizzati e vulnerabili. 

 

Le attività si svolgono nelle aree più remote del Paese, sia nel Nord che nel Sud dello Yemen, in particolare nei governatorati di Aden, Abyan, Hadramout, Hajja, Ibb, Sana’a, Shabwa, Taiz e Lahj.  É in quest’ultimo governatorato che si trova il campo sfollati di Al-Ribat, dove dal 2020 INTERSOS ha iniziato un’intervento di assistenza medica e nutrizionale, che si è aggiunto alle già esistenti attività di protezione umanitaria. Sono oltre 3.500 persone le persone ospitate in questo insediamento che INTERSOS assiste costantemente con servizi integrati e gratuiti. 

 

A fronte dell’entità del conflitto, delle sue conseguenze sui civili e di una popolazione allo stremo delle forze, l’aiuto umanitario in emergenza diviene priorità assoluta per poter avere accesso al maggior numero di persone. La comunità internazionale non può permettere che la guerra nello Yemen diventi una guerra dimenticata.

 

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