Si chiamava Ben Ali Mohamed, detto Bayfall, aveva 37 anni, era nato in Senegal, venuto in Italia per avere un futuro migliore, ed è morto carbonizzato questa mattina alle 6, al ghetto di Borgo Mezzanone, dove viveva dopo aver lavorato nelle campagne di più parti d’Italia, fra cui Rosarno.

 

 

Nell’ex aeroporto di Borgo Mezzanone dall’inizio del progetto di INTERSOS, due anni fa, ci sono stati 8 incendi, e Bayefall è la quarta persona a morire per questo. Così come al Gran Ghetto a Dicembre 2019 c’è stato un grande incendio, fortunatamente senza decessi o feriti gravi.

Oggi ha perso la vita un altro lavoratore, costretto a vivere in un ghetto dallo sfruttamento lavorativo e soprattutto dall’ipocrisia di scelte politiche che continuano a non riconoscere alle persone il diritto di esistere e le obbliga all’invisibilità – dichiara Alessandro Verona, coordinatore medico di INTERSOS – È imperativo superare i ghetti, e per farlo servono, come proposto a Settembre dalla Rete di Prossimità della Capitanata, alternative che rispondano al bisogno di riconoscere diritti fondamentali: documenti per tutte le persone in Italia, attraverso una ‘vera’ sanatoria; lavoro in sicurezza e nel rispetto dei diritti del lavoratore, inserimento abitativo. in case in muratura, che permetta di vivere con dignità in autonomia e in piena inclusione.

La morte di Bayefall – conclude Alessandro Verona di INTERSOS – non è una fatalità, ma la conseguenza dell’attuale stato di cose. Per non essere costretti ad allungare questa lunga lista di morte e di sofferenza, garantire questi diritti imprescindibili è l’unica strada”

 

incendio borgo mezzanone Foggia Intersos    

 

 

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