Da quando è scoppiata la guerra in Sudan, migliaia di rifugiati hanno cercato sicurezza in Libia e dallo scorso novembre il numero di arrivi ha subito un’impennata. INTERSOS è sul campo, fornendo servizi di protezione, istruzione e assistenza sanitaria ai rifugiati sudanesi nei principali snodi di transito, come Ajdabiya nella Libia orientale.

 

La Libia, oltre a essere uno dei principali Paesi di transito per chi dall’Africa cerca di raggiungere l’Europa, è anche storicamente un Paese di destinazioni per i sudanesi in cerca di opportunità lavorative. Da aprile 2023, quando le tensioni politiche in Sudan sono degenerate in una violentissima guerra civile, oltre 210.000 rifugiati sudanesi sono arrivati ​​in Libia e intorno a novembre 2024 il numero degli arrivi ha subito una decisa impennata. Attualmente i sudanesi rappresentano il 73% del totale della popolazione rifugiata nel Paese. La maggior parte di queste persone raggiunge la Libia attraverso la città di confine di Al Kufra, prima di proseguire per Ajdabiya o Tripoli. Ajdabiya, in particolare, funge da snodo di transito cruciale, sia per chi rimane in cerca di lavoro, sia per chi prosegue verso Tripoli. 

INTERSOS è una delle pochissime organizzazioni umanitarie internazionali presenti in queste aree. Il nostro centro comunitario ad Ajdabiya è uno spazio sicuro per i sudanesi in Libia, a cui le persone sanno di potersi rivolgere per ricevere servizi di protezione, accesso all’istruzione non formale e servizi di assistenza sanitaria di base. INTERSOS gestisce anche un’équipe di clinica mobile che fornisce servizi di assistenza sanitaria di base negli insediamenti e rifugi informali dove i nuovi arrivati sudanesi si fermano ad Ajdabiya. Nel solo mese di dicembre 2024, INTERSOS ha supportato 1.729 persone con servizi di protezione, istruzione e assistenza sanitaria.

Poiché la Libia non è tra i Paesi che hanno sottoscritto la Convenzione sullo status dei rifugiati del 1951, coloro che sono fuggiti dalla guerra in Sudan non godono di nessuna tutela aggiuntiva e sono considerati a tutti gli effetti migranti o stranieri. L’ostacolo principale per i rifugiati sudanesi è dunque la mancanza di documentazione legale, che impedisce loro di accedere a tutta una serie di servizi essenziali, come l’istruzione e dignitose opportunità di reddito, e li espone a sfruttamento e abusi. 

Il 60-70% dei casi che arrivano nei nostri centri riguardano bambini. Si tratta principalmente di minori rifugiati che non riescono ad accedere al sistema scolastico, perché sprovvisti della documentazione richiesta, per le scarse risorse economiche delle famiglie o perché le scuole libiche hanno una capacità limitata di accogliere più studenti. In coordinamento con UNICEF e con l’Ambasciata sudanese, INTERSOS lavora per raccogliere la documentazione necessaria per l’iscrizione a scuola, fornendo al contempo istruzione non formale e aiutando i bambini a superare i test di ingresso obbligatori.

Nei nostri centri gli assistenti sociali di INTERSOS offrono supporto psicosociale ai bambini, aiutandoli a superare i traumi subiti a seguito del conflitto e dello sfollamento, nonché abusi fisici, verbali ed emotivi. Mentre molti sudanesi si spostano con le loro famiglie, c’è anche un numero considerevole di bambini non accompagnati e separati dalle proprie famiglie. Poiché nel Paese mancano opzioni di assistenza alternative per i minori non accompagnati, questi bambini si ritrovano spesso abbandonati e bloccati durante il loro viaggio, esposti a ulteriori rischi di violenza e abuso. 

INTERSOS supporta anche donne e ragazze sopravvissute a violenza sessuale e di genere (SGBV), sia lungo la rotta migratoria che in Libia. Le ragazze sudanesi sono ad alto rischio di essere sottoposte alla tradizionale pratica dannosa della mutilazione genitale femminile, una pratica diffusa in Sudan ma non in Libia. Supportiamo questi casi all’interno del nostro spazio sicuro per donne e ragazze e del nostro centro comunitario ad Ajdabiya e portiamo avanti attività di sensibilizzazione sulle MGF.

L’équipe di protezione di INTERSOS segue individualmente singoli casi di minori, sopravvissute e sopravvissuti a SGBV e persone con esigenze specifiche – ad esempio, madri single, donne in gravidanza e allattamento, persone con importanti condizioni mediche e persone con disabilità – fornendo anche servizi specializzati come l’assistenza legale e la consulenza psicologica. Accanto a queste attività INTERSOS garantisce anche supporto psicosociale collettivo, sensibilizzazione e condivisione di informazioni su protezione, documentazione legale, argomenti relativi a salute e nutrizione e istruzione.

Poiché negli anni si è consolidata una comunità di sudanesi in Libia, alcune delle persone che scappano dalla guerra in Sudan sono riuscite a trovare rifugio in case vere, ospitati dai propri parenti o in condivisione con altri connazionali. Chi ha più difficoltà finanziarie alloggia invece in insediamenti informali di fortuna, in condizioni igienico sanitarie precarie ed esposti a violenze e sfruttamento. Ad Ajdabiya, da settembre 2024, il nostro Mobile Clinic Team (MCT) opera in 4 insediamenti informali – tre dei quali ospitano principalmente rifugiati sudanesi e uno per sfollati interni provenienti da Tawargha – fornendo servizi di assistenza sanitaria di base alle persone più vulnerabili che spesso non hanno accesso a servizi medici a causa della mancanza di informazioni sui servizi disponibili o su come accedervi in quanto rifugiati, oltre alla mancanza di mezzi finanziari per raggiungere le strutture sanitarie e per coprire i costi.

I servizi di assistenza sanitaria di base negli insediamenti  consente la diagnosi precoce e la prevenzione di complicanze, impedendo ai rifugiati di dover ricorrere a cure mediche specialistiche ad alto costo. L’équipe della clinica mobile opera anche settimanalmente e quotidianamente – dopo aver terminato il giro degli insediamenti –  nel centro comunitario di INTERSOS ad Ajdabiya. Solo a dicembre 2024, INTERSOS ha fornito assistenza sanitaria a 826 persone, offrendo servizi medici di base e tenendo sessioni di sensibilizzazione su diversi argomenti sanitari, come l’assistenza prenatale e postnatale, il cancro al seno, l’importanza dell’allattamento al seno e dell’alimentazione dei lattanti e dei bambini piccoli, la nutrizione, l’ipertensione, le infezioni del tratto urinario, il diabete, i sintomi legati all’inverno, la tubercolosi, le malattie croniche e le allergie e le buone pratiche igieniche.