Da anni la Siria è devastata da conflitti, terremoti, crisi climatica e povertà. Violazioni dei diritti umani, abusi e violenza di genere sono largamente diffusi. Con questo Policy Paper, redatto insieme al Danish Refugee Council e Oxfam, spieghiamo perché è vitale investire in programmi di ripresa precoce che mettano al centro la protezione delle persone e forniamo una serie di raccomandazioni agli attori chiave affinché si impegnino per un aiuto umanitario più efficace e sostenibile in Siria.

Da marzo 2011 la Siria è stata devastata da un conflitto, sia internazionale che interno, ulteriormente aggravato dai terremoti del febbraio 2023, dalla crisi climatica in corso, da un’economia in declino e da altre difficoltà regionali. Nel 2024, 16,7 milioni di persone hanno avuto bisogno di assistenza umanitaria, il numero più alto dall’inizio della crisi.

Quella siriana è la seconda emergenza di sfollamento più grande al mondo, con 7,2 milioni di sfollati interni. Un’emergenza che potrebbe essere aggravata da possibili pressioni dei Paesi vicini sui rifugiati siriani affinché ritornino, anche quando le condizioni non sono ancora adatte a un ritorno sicuro e volontario.

Violazioni del diritto internazionale umanitario sono state documentate in tutte le aree di combattimento dal 2011, e le ostilità continuano in alcune zone. Il conflitto ha amplificato una serie di rischi, tra cui sparizioni forzate, torture e trattamenti disumani, attacchi a civili e altre uccisioni illegali, assalti a beni civili, restrizioni all’accesso umanitario, presenza di ordigni esplosivi, limitazioni alla libertà di movimento, condizioni di assedio e sfollamento forzato, oltre ad altri rischi preesistenti. Le condizioni socio-economiche disastrose hanno esposto la popolazione a ulteriori rischi quali l’abuso sui minori, la violenza di genere e il deterioramento della salute mentale e del benessere psicologico dei siriani. I rischi per la protezione dei bambini sono particolarmente gravi, con oltre 6,4 milioni di bambini che necessitano di servizi di protezione nel 2024.

La società siriana sta affrontando gravi difficoltà economiche, con infrastrutture e servizi pubblici sull’orlo del collasso a causa di carenza di energia, prolungati blackout, inefficiente gestione dei servizi di base, sanzioni, mancanza di fondi e un settore pubblico debole. La povertà ha raggiunto livelli allarmanti, con oltre il 90% della popolazione colpita. Le limitate opportunità di reddito e mezzi di sussistenza spingono individui e comunità sull’orlo della miseria, oscurando le speranze di stabilità e progresso. La povertà estrema e i traumi prolungati e non curati aumentano i rischi di matrimoni precoci, delle peggiori forme di lavoro minorile e di altre violazioni dei diritti dei bambini.

Data la complessità delle dinamiche interne ed esterne che plasmano i rischi e i fattori di stress, è essenziale che il governo ad interim, il governo di transizione e il futuro governo siriano, in quanto principali responsabili della protezione dei civili, guidino gli sforzi per ridurre l’esposizione dei siriani a tali rischi, con il sostegno dei donatori e della comunità umanitaria.

La programmazione per la cosiddetta “ripresa precoce” mira a rompere il ciclo di dipendenza dagli aiuti, costruendo la resilienza per adattarsi e riprendersi dagli shock, ad esempio migliorando la funzionalità del settore pubblico e promuovendo attività generatrici di reddito.

Purtroppo, gli sforzi per la ripresa precoce sono spesso politicizzati e confusi con la ricostruzione. Prima dell’8 dicembre 2024, i finanziamenti erano insufficienti, il processo di pace era bloccato e non si intravedeva una soluzione politica. I donatori tradizionali avevano limitato il loro impegno con le precedenti autorità statali fino a una risoluzione politica, limitando gli aiuti, soprattutto nei settori della resilienza e dello sviluppo. Di conseguenza, la risposta umanitaria si è concentrata sull’affrontare i bisogni di base, che continuavano ad aumentare, non affrontando invece adeguatamente le minacce alla protezione delle persone. Nonostante queste sfide, gli operatori umanitari in Siria hanno progressivamente ampliato i loro sforzi per rendere il Paese autosufficiente, passando dall’assistenza di emergenza a interventi più sostenibili per raggiungere risultati a lungo termine.

Affrontare i rischi di protezione è fondamentale per l’efficacia della programmazione per la ripresa precoce in Siria. Ad esempio, senza proteggere i diritti alla casa, alla terra e alla proprietà, le persone non possono esercitare pienamente il diritto a un alloggio adeguato. Senza documenti civili, le persone avranno difficoltà ad accedere ai servizi ed esercitare i diritti di successione. Se la violenza di genere continua a essere diffusa, le donne avranno un accesso limitato e potenzialmente non sicuro al mercato del lavoro, oltre a stress emotivo a lungo termine. Se i bambini sono costretti a lavorare per integrare il reddito familiare, rimarranno vulnerabili allo sfruttamento e privati dell’istruzione.

Questo documento fornisce una spiegazione del perché la protezione deve essere al centro della programmazione per la ripresa precoce, affinché questa sia sostenibile ed efficace nel rafforzare la resilienza delle comunità siriane. Questo approccio richiede il sostegno degli operatori umanitari per rafforzare il legame tra protezione e ripresa precoce e integrarli meglio nei programmi. Questi sforzi devono essere guidati e coordinati dalla leadership umanitaria nel paese. I governi donatori devono aumentare i finanziamenti per la ripresa precoce, mentre le autorità siriane ad interim devono facilitare l’accesso per attuare programmi di protezione di qualità.