I rifugiati sudanesi in Repubblica Centrafricana necessitano urgentemente di aiuti umanitari. I nostri operatori segnalano un aumento dei flussi migratori e l’urgenza di interventi per supportare i nuovi arrivati.

 

Il conflitto in Sudan, dopo mesi di escalation, sembra lontano dalla conclusione e continua a provocare migrazioni nei paesi confinanti. Secondo i dati dell’UNHCR, dall’inizio del conflitto circa 30.000 rifugiati sudanesi sono fuggiti nella Repubblica Centrafricana. Da inizio luglio, una nuova ondata è arrivata ad Am-Dafock, un villaggio della prefettura della Vakaga, al confine con il Sudan.

Secondo quanto riportato dai nostri team alle frontiere, un gruppo di 59 persone, tra cui donne, uomini e bambini provenienti da Nyala, in Sudan, ha raggiunto il villaggio. Questi rifugiati, visibilmente stanchi, hanno camminato per 14 giorni prima di entrare in Repubblica Centrafricana, e ora necessitano urgentemente di aiuti umanitari.

 

Crescita dei flussi migratori

Dall’inizio della crisi in Sudan, gli spostamenti di popolazione attraverso il confine di Am-Dafock sono aumentati costantemente. Le stime dell’UNHCR indicavano 10.000 abitanti a Korsi all’inizio di marzo; ad oggi, sono saliti a circa 15.000. Tuttavia, questi numeri stanno aumentando drasticamente a causa del conflitto persistente e delle difficili condizioni di vita in Sudan. Secondo la matrice di monitoraggio degli spostamenti dell’OIM, il 98% delle persone provenienti dal Sudan si trova a Birao e l’1% a Bangui.

I nuovi rifugiati arrivati in Centrafrica sono stati temporaneamente accolti dalle autorità locali nelle aule della scuola primaria di Am-Dafock, in attesa di un intervento da parte del governo o delle ONG attive nella zona. Il loro obiettivo è raggiungere il sito di Korsi a Birao il prima possibile per ricevere assistenza umanitaria.

Il sito ospita già oltre 13.000 rifugiati sudanesi, la cui vita quotidiana è tutt’altro che facile. Questa nuova ondata di rifugiati porta con sé ulteriori necessità, rendendo urgente un intervento umanitario.

 

I nostri interventi

I nostri team hanno effettuato 20 visite di monitoraggio, tra cui tre nei quartieri di Birao, tre presso l’ufficio della MINUSCA (Missione di Stabilizzazione Integrata Multidimensionale delle Nazioni Unite nella Repubblica Centrafricana) e 14 a Korsi, per raccogliere e seguire gli incidenti di protezione e supportare i gruppi comunitari. Nel primo semestre del 2024, sono state registrate 130 persone con bisogni specifici, alcune delle quali sono state indirizzate a INTERSOS per supporto psicologico.

Inoltre, per aiutare le donne e le ragazze rifugiate sudanesi a superare i traumi del conflitto e a ritrovare speranza, le coinvolgiamo in attività come la fabbricazione di sacchetti di vimini e la pasticceria, promuovendo la loro autonomia.

 

Sfide e bisogni

La comunità della Vakaga affronta diverse sfide: mancano strutture sanitarie adeguate, attrezzature e personale qualificato per soddisfare le esigenze sanitarie dei rifugiati e della comunità ospitante. Inoltre, i rifugiati sono preoccupati per il futuro dei loro bambini, poiché non ci sono scuole vicine al sito. Inoltre, la barriera linguistica ostacola la piena integrazione dei rifugiati nella comunità.

Insieme ai nostri partner, abbiamo concentrato le nostre attività sul rafforzamento dei servizi sociali di base per rispondere ai bisogni urgenti dei rifugiati, il cui numero è in costante crescita. Tuttavia, di fronte ai rischi significativi in materia di protezione, come la separazione delle famiglie, il maltrattamento dei bambini, le violenze sessuali e di genere e il reclutamento di minori da parte di gruppi armati, è urgente che la comunità internazionale si mobiliti per assistere i rifugiati provenienti dal Sudan.