Grazie ai fondi di Global Affairs Canada (GAC), accompagniamo le donne in tutte le tappe della gravidanza, perché possano avere un parto sicuro e tutte le cure necessarie

 

 

“Partorirò all’ospedale locale”, ha detto Ameena. “All’inizio non ero d’accordo con l’idea di andare all’ospedale, avrei preferito partorire in casa. Ma ora capisco che partorire in casa può essere molto pericoloso e poco sicuro”. Ameena è una delle tante donne che INTERSOS e PUI (Première Urgence Internationale) aiutano attraverso il programma di assistenza economica al parto (BCA) nell’ambito del progetto finanziato da Global Affairs Canada (GAC) che l’obiettivo di garantire assistenza alle comunità vulnerabili, operando per migliorare l’accesso ai servizi di protezione e tutela, e di salute riproduttiva inclusiva di genere nel Nord del Libano. Secondo l’UNICEF, il numero di donne che in Libano muoiono per complicazioni legate alla gravidanza è quasi triplicato negli ultimi tre anni.

 

Il progetto sostiene più di 7mila persone vulnerabili nelle aree di Tripoli e Akkar. Attraverso questo programma, puntiamo a migliorare i servizi per la salute e i diritti sessuali e riproduttivi, attraverso un approccio integrato per donne, ragazze, uomini e ragazzi. Una delle attività principali delle ostetriche è la promozione di consultazioni mediche sulla salute sessuale e riproduttiva, oltre all’identificazione di qualsiasi persona a rischio (anche di violenza sessuale). Inoltre, sosteniamo economicamente le donne incinte per consentire loro di partorire in ospedale, riducendo così al minimo i rischi per la salute della madre e del neonato e riducendo la mortalità materna. Esattamente come abbiamo fatto con Ameena.

 

La storia di Ameena

 

Ameena è siriana, rifugiata, e vive in uno degli insediamenti informali (ITS) a Tal Abbas, nelle vicinanze di Halba (Akkar). Ha lavorato per tutta la vita nel settore agricolo, in una fattoria. È madre di sei figli e in passato ha avuto cinque aborti spontanei, oltre a essere sopravvissuta a violenza domestica. Una delle ostetriche della nostra associazione partner, PUI, ha incontrato Ameena per la prima volta in uno dei centri di assistenza sanitaria primaria sostenuti ad Akkar. “Quando ho incontrato Ameena aveva paura di raccontarmi la sua storia. Io le ho spiegato chiaramente i rischi del parto in un luogo non sicuro e non preparato, per lei e per il bambino, soprattutto quando l’ostetrica che assiste il parto non è abilitata. Le ho spiegato che è possibile incorrere in problemi legali per la registrazione del neonato. E le ho spiegato i vantaggi del parto in ospedale, in un luogo sicuro e ben attrezzato, circondato da specialisti che si prendono cura di lei e del suo bambino e le forniscono tutti i servizi disponibili. Sono felice di vedere che è riuscita a prendere la decisione giusta per sé stessa e che ora sta pensando di partorire all’ospedale convenzionato”, ha dichiarato l’ostetrica.

 

All’epoca, la donna era al primo mese di gravidanza. L’ostetrica le ha offerto consulenza e formazione su diversi argomenti (cure prenatali, malnutrizione, buone pratiche igieniche e sanitarie, complicazioni della gravidanza, pianificazione familiare, metodi contraccettivi, cure post-natali, allattamento al seno e infezioni sessualmente trasmissibili). Le nostre ostetriche accompagnano tutte le donne incinte iscritte al programma durante le diverse attività mediche essenziali, necessarie per garantire un periodo di gravidanza sano e condizioni di parto sicure per tutte loro. A tutte le donne facciamo formazione sulla gravidanza, promuoviamo la consapevolezza delle esigenze di salute sessuale e riproduttiva, e soprattutto l’accesso ai servizi di salute riproduttiva, in particolare alle visite ostetriche. Date le condizioni sociali e mediche della donna, l’assistenza aiuterà Ameena a coprire eventuali spese extra associate al parto, oltre ai costi relativi alla sicurezza del parto in ospedale.

 

Aiutiamo le donne sopravvissute a violenza di genere

 

Oltre ad assicurare parti sicuri, le nostre assistenti sociali creano e mantengono rapporti di fiducia con le donne che aiutiamo. Come Faiza, che ha poi rivelato di essere sopravvissuta a una forma di violenza di genere. Faiza ha accettato di essere indirizzata a INTERSOS, che ha preso in carico il suo caso, le offre supporto psicologico e la accompagnerà nel percorso di ripresa. I suoi figli saranno affidati a partner specializzati nella protezione dell’infanzia, e Faiza riceverà assistenza economica d’emergenza pagare l’affitto e poter andare avanti.

 

L’approccio integrato di questo progetto ci permette di garantire assistenza a molte altre donne, ragazze, uomini e ragazzi che vivono esperienze simili, di continuare a rispondere alle esigenze delle comunità vulnerabili nei governatorati di Akkar e Tripoli in termini di salute, diritti sessuali e riproduttivi e violenza di genere, con l’obiettivo rafforzare i processi di resilienza delle comunità che aiutiamo.

 

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