Vaccino sì o vaccino no? Milioni di persone non hanno nemmeno la possibilità di scegliere per via di barriere e disparità di accesso ai vaccini. Il report di INTERSOS

 

 

Dal momento in cui i vaccini contro il COVID-19 sono stati messi a disposizione, per noi è stata subito chiara la necessità di raggiungere le popolazioni più vulnerabili dei Paesi in cui operiamo, in Italia come nelle aree di più difficile accesso in contesti di crisi umanitaria, non solo somministrando i vaccini ma anche e soprattutto sensibilizzando e informando le persone sull’importanza della campagna vaccinale. La pandemia di COVID-19 ci ha insegnato che la salute di ogni singola persona è interconnessa e che, per tutelare tutti, è necessario non lasciare indietro nessuno. Tuttavia, nel corso dell’ultimo anno, quello che abbiamo osservato è stato, spesso, l’esatto opposto: abbiamo constatato e denunciato il persistere di inaccettabili condizioni di esclusione e disparità nell’accesso ai vaccini.  

 

Anche nello sviluppo della campagna vaccinale, la pandemia di COVID-19 ha mostrato quanto profonda sia la disuguaglianza in primis tra chi vive nei Paesi più ricchi e chi vive nei Paesi più poveri del mondo (a inizio gennaio 2022 solo il 10% della popolazione target nei Paesi più poveri del mondo è stato vaccinato con almeno una dose a fronte del 67% della popolazione target nei Paesi più ricchi), ma anche all’interno degli stessi Paesi più ricchi tra chi è pienamente inserito in un sistema di protezione e chi si trova in condizioni di esclusione sociale e fragilità.

 

L’impegno di INTERSOS per l’accesso ai vaccini

 

In Italia, l’impegno di INTERSOS per facilitare la campagna vaccinale si è concentrato su centinaia di migliaia di persone, tra chi non possiede un titolo di soggiorno valido, stranieri in attesa di regolarizzazione e non ancora riconosciuti, immigrati accolti in strutture d’accoglienza governative che per ragioni amministrative non accedono al Servizio Sanitario Nazionale, minori stranieri non accompagnati, vittime di tratta e molte persone rom, sinti e caminanti che vivono in insediamenti di fortuna o palazzi occupati, oltre a un numero significativo di senza fissa dimora, italiani e stranieri. Per superare le barriere di accesso alla campagna vaccinale, sia in aree urbane che in zone rurali, abbiamo affiancato il lavoro delle ASL con attività di sensibilizzazione alla vaccinazione e supporto diretto per le persone senza tessera sanitaria sia per la prenotazione del vaccino che per l’ottenimento del green pass. Da questo lavoro abbiamo tratto lezioni e buone pratiche, rinforzate da un’interlocuzione costante con le istituzioni.

 

>>  Leggi il report di INTERSOS sull’Accesso ai Vaccini in Italia  <<

 

All’estero, abbiamo deciso di partecipare alla campagna di vaccinazione nella cornice di Covax (Covid-19 Vaccine Global Access Facility), l’iniziativa globale nata per promuovere la distribuzione equa dei vaccini in tutto il mondo e coprire direttamente fino al 20% della popolazione target nei paesi più poveri e, di conseguenza, privi della capacità di organizzare autonomamente l’acquisto, l’approvvigionamento e la distribuzione dei vaccini. Il pacchetto di intervento che abbiamo messo in campo si fonda su quattro pilastri: l’attivazione delle comunità e l’informazione alla popolazione, la gestione e il supporto della catena del freddo, la somministrazione diretta dei vaccini. Al momento siamo già operativi in Nigeria e Yemen. In Burkina Faso è in corso la fase di preparazione e di sensibilizzazione della popolazione. E nelle prossime settimane avvieremo uno studio per comprendere quali siano gli ostacoli alla vaccinazione in Afghanistan, Libano, Ciad e Repubblica Centrafricana.

 

>>  Leggi il report di INTERSOS sull’Accesso ai Vaccini in Italia  <<

 

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