LIBIA
L’INTERVENTO DI INTERSOS
In Libia INTERSOS gestisce 2 centri per bambini vulnerabili a Tripoli e a Sebah. Il blocco stradale e la limitazione dei movimenti imposti dal governo hanno creato diversi problemi per i beneficiari nel raggiungere i centri INTERSOS e per il personale per raggiungere i luoghi in cui vivono gli sfollati interni e le scuole per migranti (a Tripoli). Così il centro Baity di Tripoli ha chiuso i battenti e ha subito iniziato a lavorare in modalità alternative per svolgere le attività educative: lezioni online e distribuzione di materiale per i bambini che non possono accedere alle lezioni online, insieme a sessioni di sensibilizzazione sulla prevenzione del COVID-19. Per quanto riguarda il centro Baity di Sebha, è ripreso l’allestimento del Centro. I nostri Team hanno infine condotto degli screening sanitari per i bambini di un campo per sfollati interni, insieme ad attività di sensibilizzazione sul COVID-19. Durante la prima settimana di settembre sono riprese le attività di persona all’interno dei Centri Baity di Tripoli e Sebha. Il Baity Center di Tripoli, il 13 settembre con i bambini di età compresa tra 13 e 18 anni, mentre il Baity Center di Sabha ha ufficialmente aperto i battenti il 6 settembre. Le attività di persona, tuttavia, si svolgono ancora insieme alle attività di apprendimento online a distanza, per garantire che tutti i protocolli COVID-19siano applicati ed efficaci. I gruppi Whatsapp e Messenger costituiti allo scoppio della pandemia, infatti, vengono tenuti aperti affinché i bambini possano fare riferimento a coetanei e insegnanti se necessario.
HIGHLIGHTS

1.393
persone raggiunte da attività di comunicazione del rischio e coinvolgimento della comunità in sessioni su pratiche igieniche e di prevenzione
CONTESTO
Nel mese di settembre è aumentato il numero di casi positivi per COVID-19, probabilmente anche per l’elevato numero di test effettuati. Il Libyan National Center for Disease Control (NCDC) ha segnalato oltre 34.000 casi confermati. La Libia sta affrontando persistenti interruzioni di elettricità che continuano a influenzare gravemente il funzionamento delle strutture sanitarie, in particolare i centri medici dedicati ai test COVID-19 o dotati di macchine per la ventilazione meccanica. L’area di Tripoli continua ad essere l’epicentro della pandemia, con una media del 60-70% del totale dei casi giornalieri registrati nel mese di settembre. La regione meridionale è stata particolarmente colpita dalle interruzioni dell’elettricità, a volte con blackout completi per giorni, che hanno influito sulla capacità dei centri diagnostici di condurre test. Le frontiere marittime, terrestri e aeree libiche sono state chiuse per tutto il mese di settembre. I voli delle Nazioni Unite sono gli unici che possono portare passeggeri nel Paese. Durante questo mese, diverse città hanno affrontato le proteste della comunità contro la corruzione e i servizi scadenti che hanno portato a non soddisfare i bisogni quotidiani fondamentali delle persone.