AIUTACI A GARANTIRE UN PARTO SICURO

#PERUNPARTOSICURO

Nel mondo, ogni due minuti una donna muore di parto. Per ogni donna che muore di parto, venti subiscono lesioni gravi o infezioni, che portano a disabilità. L’Afganistan, lo Yemen e la Nigeria sono alcuni dei Paesi più pericolosi dove mettere al mondo un bambino. Anni di guerre, conflitti, siccità e condizioni economiche disastrose hanno ridotto al collasso e in molti casi del tutto cancellato le già fragili strutture sanitarie.

In Afganistan l’accesso all’assistenza pre e post-parto è estremamente carente. Per le donne che vivono nelle zone più remote del Paese è praticamente impossibile ricevere assistenza. Inoltre, per via del contesto politico, lo scioglimento dei percorsi di denuncia e dei meccanismi di giustizia, e la conseguente assenza di rifugi dedicati, hanno comportato per molte donne e ragazze gravissimi livelli di violenza domestica, abusi e sfruttamento, spesso con gravidanze e parti senza la dovuta assistenza sanitaria.

Nello Yemen, dove il 77% dei 4,3 milioni di sfollati a causa della guerra sono donne e bambini, sussistono gravi situazioni di malnutrizione che colpiscono sia le donne che allattano che i bambini nei loro primi anni di età. In Nigeria alla carenza di assistenza sanitaria si somma una endemica mancanza di sicurezza alimentare e l’impossibilità di avere accesso all’acqua. Ogni anno muoiono alla nascita circa 262.000 bambini, la mortalità infantile è di 69 su 1000 per i bambini nati vivi e di 128 su 1000 per quelli al di sotto dei cinque anni.

 

QUALE INTERVENTO PORTIAMO AVANTI?

INTERSOS è impegnata a ridurre le morti di parto e la mortalità infantile in questi Paesi.
Interviene supportando e migliorando le strutture sanitarie per la stabilizzazione dell’assistenza medica e la lotta alla malnutrizione. INTERSOS porta assistenza sanitaria anche in quei luoghi remoti dove è praticamente assente. Il tuo sostegno garantisce la riabilitazione di strutture mediche fisse e mobili, la distribuzione di kit per la sicurezza dei parti in aree remote, di baby kit nelle strutture sanitarie danneggiate, la fornitura di medicinali e la formazione di personale sanitario locale.