14,4 milioni di persone, in questo momento in Yemen, vivono nell’insicurezza alimentare. Un’intera generazione sta soffrendo la fame: i più colpiti, come sempre, sono donne e bambini. A fare più vittime delle bombe che cadono su Sana’a, c’è la povertà estrema e la malnutrizione dilagante, che il conflitto in Yemen in corso dal 2015 sta esasperando fino a portare allo stremo la popolazione che letteralmente sta morendo di fame.

Bambini come Shamakh sono le vittime di tutto questo.

Lo abbiamo trovato ad Hamdan, nel Governatorato di Sana’a: quattro anni, in stato di malnutrizione acuta. Quando gli abbiamo misurato il braccio, il braccialetto MUAC si è stretto tanto da arrivare alla zona rossa: malnutrizione acuta e severa. Significa che Shamakh rischiava la morte, il suo livello di deprivazione alimentare era grave.

Il team medico ha subito verificato se riuscisse ad ingerire alimenti: ci riusciva. Così Shamakh ha iniziato ad essere curato con il Plumpynut, un alimento terapeutico che contiene arachidi, zucchero, grassi vegetali, latte in polvere, sali minerali e vitamine e permette ai bambini di recuperare peso in poco tempo.

Shamakh ha rischiato di morire per malnutrizione perché con la sua famiglia è rimasto intrappolato dai combattimenti in corso nell’area di Abbs, nel nord est del paese: per cinque mesi non hanno avuto accesso a cibo, rifornimenti, cure mediche né servizi di alcun tipo. Quando la famiglia è riuscita a fuggire verso l’area di Sana’a, dove ha ricevuto l’assistenza dei nostri operatori, Shamakh era già allo stato di malnutrizione acuta. Nelle aree dove i combattimenti impediscono l’accesso agli aiuti umanitari, il tasso di malnutrizione tra i bambini al di sotto dei cinque anni supera il 30%.

Una generazione a rischio

Come Shamakh e la sua famiglia, sono 2,5 milioni gli sfollati in Yemen, a causa del conflitto che sta straziando un paese in cui i livelli di malnutrizione, anche prima dell’inizio dei combattimenti, erano tra i più alti al mondo: la metà dei bambini sotto i cinque anni ha o avrà disturbi nella crescita, a causa dei deficit alimentari drammaticamente diffusi nel paese. La crisi in corso in Yemen ha raggiunto livelli gravissimi e casi come il piccolo Shamakh dimostrano che l’intervento umanitario è una corsa contro il tempo per salvare vite. Nelle aree in cui stiamo intervenendo, le cliniche mobili INTERSOS, attraverso cui stiamo portando aiuti a migliaia di sfollati e rifugiati in fuga da scontri e bombardamenti, sono l’unico servizio sanitario per la popolazione.